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Il piano formativo, è di fatto il percorso che si vuole far fare all’apprendista per permettergli di raggiungere le conoscenze necessarie e previste per la qualifica lavorativa che otterrà al termine dell’apprendistato.
Allegato al contratto di apprendistato, viene predisposto il piano formativo sintetico obbligatorio, che descrive complessivamente il percorso di tutto il periodo anche pluriennale dell’apprendista, costruito secondo schemi fissati dalle parti sociali ed in coerenza con i profili formativi fissati dal contratto collettivo di riferimento.
Parallelamente al piano formativo di tipo sintetico, è corretto che il referente aziendale ne formalizzi uno, di tipo più dettagliato, ove indicherà il percorso formativo concreto che seguirà l’apprendista, alla luce degli obiettivi che si intendono perseguire.
Nella realtà dei fatti, tutte le aziende già fanno fare all’apprendista un percorso di apprendimento, il passaggio richiesto è quello di mettere su carta quello che viene fatto fare.
Si precisa che non esiste un “format standard” di piano formativo, l’obiettivo di fondo è sempre quello di descrivere il percorso più idoneo per l’apprendista in una logica di qualificazione professionale.
Un buon metodo operativo è quello basato su un approccio per “competenze” dove non siano importanti i corsi/percorsi didattici, ma le vere e proprie competenze richieste, ovvero gli esiti dell’apprendimento raggiunti dal giovane durante la propria attività lavorativa e formativa.
Non si tratta di una mera procedura burocratica, ma di un vero progetto da seguire costantemente nel tempo, tenendo conto di quello che succede nella realtà aziendale e apportando di volta in volta gli aggiustamenti necessari a raggiungere i risultati previsti.
Uno degli obiettivi dell’azienda è anche quello di poter dimostrare di aver fatto formazione in caso di verifica ispettiva: è evidente quindi che impostare un Piano Formativo coerente con le caratteristiche individuali dell’apprendista e aziendali, costantemente aggiornato, risulta più facilmente realizzabile e documentabile, riducendo i “rischi” di mancato o parziale rispetto degli obblighi normativo-contrattuali.
L’impresa infatti è tenuta ad assicurare la realizzazione concreta della formazione e non solo la sua progettazione.
L’impresa ha quindi la necessità di tenere sotto controllo la realizzazione del piano formativo. Le principali attenzioni di monitoraggio sono:
- verifica del rispetto della tempistica prevista
- verifica della partecipazione e frequenza effettiva dell’apprendista ai momenti formativi
- valutazione della qualità della formazione realizzata
- effettiva rendicontazione documentale delle attività formative effettuate
- valutazione delle eventuali modifiche da apportare al piano formativo per allinearlo alla concreta realizzazione della formazione
Il tutto infatti deve essere documentato dall’azienda (Anche in caso di formazione esterna).
Formazione base e trasversale: La formazione professionalizzante aziendale viene integrata dalla offerta formativa pubblica, interna o esterna alla azienda, finalizzata alla acquisizione di competenze di base e trasversali per un monte complessivo non superiore a centoventi ore per la durata del triennio e disciplinata dalle Regioni.
L’azienda è obbligata a far partecipare l’apprendista ai percorsi formativi proposti dalla Regione,
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Studio Boller - Centro Giuslavoristico Treviso - Consulenti del Lavoro