IA PRIMA ACCOGLIENZA

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Attenzione al primo impatto

Il primo impatto con una nuova situazione è particolarmente delicato.

La prima impressione che una persona si fa entrando in contatto con le persone e l'ambiente influenza molto i suoi atteggiamenti e condiziona i suoi comportamenti futuri.

Tutto questo è particolarmente vero per gli apprendisti, che in genere sono alle loro prime esperienze di lavoro e quindi hanno una visione spesso "ingenua" di quello che può essere un ambiente di lavoro.

L'inserimento nel lavoro produce in questi giovani degli atteggiamenti che sono spesso contraddittori e, se ci si ferma alla prima impressione, non sempre facili da decifrare per un adulto.

Da una parte il lavoro suscita molte attese e speranze, in quanto costituisce una tappa importante per il riconoscimento della loro autonomia personale e per una maggiore indipendenza dalla famiglia.

Dall'altra il loro progetto professionale appare ancora confuso, in particolare per quanto riguarda gli obiettivi che potranno raggiungere, gli impegni che saranno loro richiesti, gli aiuti su cui potranno contare.

In questa situazione è possibile che i giovani tendano ad ingigantire o a travisare quanto osservano nella situazione lavorativa. In particolare è possibile che, a fronte delle prime difficoltà e/o situazioni non previste, a facili entusiasmi si sostituiscano rapide disillusioni e cadute di impegno.

È importante che il tutor ponga particolare attenzione alla fase iniziale di accoglienza del giovane all'interno dell'impresa.

Essa deve consentire all'apprendista di comprendere l'opportunità professionale che gli viene offerta e sviluppare la propria motivazione ad impegnarsi per il suo raggiungimento.

Far conoscere l'impresa all'apprendista

Durante i primi giorni occorre predisporre delle occasioni (colloqui, incontri con persone dell'impresa, visite ai reparti, ecc.) che permettano al giovane di acquisire un'adeguata conoscenza:

- delle caratteristiche dell'impresa: che cosa produce, cenni sulla sua storia, come è organizzata, ecc.;

- del reparto in cui verrà inserito: che cosa produce, che tecnologie vengono utilizzate, come è organizzato, ecc.;

- dei colleghi con cui avrà a che fare: mansioni, competenze, storia professionale;

- delle caratteristiche che regolano il contratto di apprendistato: diritti e doveri dell'apprendista;

- del tipo di percorso professionale in cui verrà inserito: compiti che sarà progressivamente chiamato a svolgere, competenze che dovrà acquisire, risultati di cui dovrà rispondere;

- dell'aiuto che potrà ricevere dal tutor durante il proprio inserimento.

Prestare attenzione al nuovo arrivato

Per l’efficace inserimento dell’apprendista non si tratta solo di "fornire informazioni al nuovo venuto", ma di coinvolgerlo in un progetto di sviluppo professionale.

Il coinvolgimento presuppone un interesse reale nei confronti della nuova persona, la capacità di aiutarlo a "sentirsi parte" del nuovo gruppo in cui è appena entrato.

Durante il periodo iniziale è particolarmente importante prestare attenzione a quello che il giovane si immagina di trovare all'interno dell'impresa, costruire una situazione che lo aiuti ad esprimere i propri interessi, a manifestare le proprie perplessità e difficoltà.

Il coinvolgimento può avvenire solo nel vivo di una relazione interpersonale fra tutor e apprendista basata su una fiducia reciproca. Per il tutor l'accoglienza deve servire soprattutto a stabilire una relazione positiva con l'apprendista.

Stabilire un rapporto personale

È importante ricavare il tempo necessario ad approfondire la conoscenza reciproca con il giovane apprendista, evitando di manifestare continui segnali di impazienza e di fretta di concludere l'incontro.

Le discussioni dovrebbero svolgersi in situazioni che favoriscono la relazione interpersonale, senza la presenza di altre persone e possibilmente seduti attorno a un tavolo, evitando di essere continuamente interrotti da altri e/o da telefonate.

Mostrare una immediata disponibilità a "mettersi in gioco" e a condividere la propria esperienza con l'apprendista può favorire la relazione con il giovane.

È utile presentare prima di tutto sé stessi, il proprio percorso professionale, l'impegno che si intende dedicare ad aiutare il giovane ad inserirsi.

Il percorso di inserimento professionale non va presentato come una procedura a cui il giovane deve adeguarsi.

L'apprendista lo deve percepire come uno stimolo per chiedere spiegazioni e chiarimenti, verificare le proprie attese, ma anche manifestare le difficoltà che si immagina di incontrare.

Le domande e le osservazioni del giovane vanno prese in seria considerazione, anche quando a prima vista appaiono poco comprensibili e/o condivisibili.

È importante ricordare che spesso si ha a che fare con persone che non hanno ancora raggiunto la piena maturità e che quindi possono essere relativamente fragili da un punto di vista emotivo.

Occorre evitare giudizi negativi o atteggiamenti svalutativi che possono favorire un irrigidimento e far diminuire determinazione ad impegnarsi per riuscire nel lavoro.

Mostrare attenzione alle richieste e alle osservazioni del giovane, ragionando insieme su come organizzare con più attenzione le future attività, costituisce uno dei modi più efficaci per farlo sentire responsabile degli obiettivi che ci si ripromette di raggiungere insieme.

Condividere gli impegni futuri

• le opportunità che gli vengono offerte;

• le responsabilità che deve assumersi;

• le difficoltà che dovrà affrontare;

• gli aiuti su cui potrà contare;

• i risultati che dovrà dimostrare di essere in grado di raggiungere;

• i vantaggi che potrà ottenere alla fine.

Può essere utile che il tutor, concludendo la fase di accoglienza, richiami in modo esplicito tutte queste cose, sottolineando un patto di reciproco investimento che il giovane e l'impresa (attraverso il referente aziendale) stanno sottoscrivendo e si impegnano a rispettare.

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Studio Boller - Centro Giuslavoristico Treviso - Consulenti del Lavoro