AIUTARE L'APPRENDISTA A CRESCERE

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Curare la relazione

La capacità del tutor di stabilire e mantenere una relazione aperta e trasparente con l'apprendista, a partire dalla sua accoglienza sul luogo di lavoro, costituisce il presupposto indispensabile per raggiungere i risultati attesi.

Il giovane deve poter riconoscere nel tutor un punto di riferimento, una persona a cui rivolgersi per ottenere chiarimenti e suggerimenti utili, un aiuto a cui ricorrere nei momenti di difficoltà.

La relazione interpersonale è un fenomeno complesso, che non si sviluppa in modo semplice e lineare, soprattutto quando si ha a che fare con un giovane apprendista, che ha ovviamente dei modi di vedere le cose molto diversi da quelli di un lavoratore esperto.

Proprio per questo è importante stare molto attenti a come ci si mette in relazione con l'apprendista, per evitare che si creino delle difficoltà di comunicazione che possono ostacolare, invece di aiutare, il processo di inserimento e di formazione del giovane.

Parlando della fase di accoglienza sono già state ricordate alcune indicazioni che possono aiutare a stabilire un positivo rapporto con l'apprendista.

È importante che il tutor mantenga e sviluppi questa relazione, mantenendo uno stile e dei comportamenti orientati a favorire la fiducia e l'impegno dell'apprendista.

Dare delle regole e seguirle con coerenza

Essere disponibili verso l'apprendista non significa "essere permissivi". È importante pretendere che egli impari a conoscere e a rispettare il sistema di regole e di impegni reciproci che caratterizza la vita aziendale.

I giovani hanno bisogno di regole, anche se magari all'inizio fanno qualche fatica a rispettarle.

Le regole sono una risorsa che aiuta una persona a crescere, ad assumere responsabilità che sono proprie di una persona adulta.

Mettersi nei panni dell'apprendista

Spesso, data la differenza di età e di esperienze, non è facile capire immediatamente certi comportamenti o atteggiamenti dell'apprendista.

In questi casi è importante evitare di reagire istintivamente, ma sforzarsi prima di capire che cosa c'è dietro certi modi di fare. Ad esempio, certi atteggiamenti apparentemente arroganti o disinteressati potrebbero nascondere la paura di non essere all'altezza, il timore di essere giudicati, il bisogno di un aiuto che non si ha il coraggio di chiedere, ecc..

Stare attenti a come si dicono le cose

Toni di voce ironici o aggressivi, o atteggiamenti inquisitori o minacciosi, possono suscitare irritazione o atteggiamenti difensivi nel proprio interlocutore.

Ad esempio, fare affermazioni come "Qui c'è un errore" con un tono e un atteggiamento aggressivo possono favorire nell'apprendista la tendenza a chiudersi in sé stesso e a giustificarsi, piuttosto che a confrontarsi per capire dove ha sbagliato.

Stare attenti ai propri comportamenti

La comunicazione non avviene solo attraverso le parole. Spesso il tutor influenza l'apprendista più per quello che fa (o che evita di fare) che non per quello che dice.

Se si prende un impegno con l'apprendista (l'appuntamento per un colloquio, la promessa di una spiegazione, ecc.) bisogna mantenerlo, oppure spiegare subito perché occorre rimandarlo (e comunque evitare di rimandarlo continuamente), altrimenti si finisce per non essere più credibili.

È opportuno, nelle relazioni con colleghi o collaboratori, evitare di esprimere dei giudizi o manifestare degli atteggiamenti negativi nei confronti del proprio apprendista, oppure diffondere informazioni che sono emerse da un colloquio personale.

È necessario che il giovane possa mantenere sempre una elevata fiducia nei confronti del tutor.

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Studio Boller - Centro Giuslavoristico Treviso - Consulenti del Lavoro