“La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente." (Alex Zanardi)
Entro il 31 Marzo i datori di lavoro devono adempiere all’obbligo annuale di comunicare i periodi dell’anno 2022 durante i quali i dipendenti hanno svolto lavorazioni di tipo usurante.
Qual è il motivo della comunicazione?
A far data dal 2011, i dipendenti che vengono addetti a lavorazioni particolarmente pesanti e gravose, hanno il diritto ad accedere anticipatamente alla pensione di vecchiaia, cioè hanno diritto ed è sufficiente il requisito ridotto di 61 anni e sette mesi oppure di 63 anni (a seconda delle casistiche) per ottenere il via libera ad andare in pensione.
Si tratta di quota 97,6 - da raggiungere con un conteggio specifico, dato da anzianità contributiva di almeno 35 anni e l’età anagrafica.
È importante sapere, comunque, che questo beneficio pensionistico viene concesso a condizione che l’attività di tipo usurante sia stata svolta per almeno sette anni in un arco temporale di dieci anni di lavoro oppure per almeno metà della propria vita lavorativa.
Quali sono le attività che vi rientrano? L’elenco delle lavorazioni considerate particolarmente usuranti lo troviamo in un Decreto Ministeriale del 1999 e nel successivo Decreto Legislativo del 2011.
Si tratta di lavori svolti nelle cave di materiale di pietra ornamentale, in miniere, nelle gallerie od in sotterranei svolte con carattere di prevalenza e continuità, nei cassoni ad aria compressa; quelle svolte dai palombari ed anche quelle svolte ad alte temperature e quelle della lavorazione del vetro cavo.
Vanno ricomprese anche le attività svolte in spazi ristretti per attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale, od all’interno di intercapedini, pozzetti o doppi fondi; le attività di asportazione amianto.
Sono ricompresi nelle attività usuranti anche i lavoratori che conducono veicoli pesanti adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo ed i lavoratori addetti alle linee in catena di alcune specifiche lavorazioni.
Infine, vi sono anche due categorie di “lavoratore notturno” che rientrano nella normativa, i lavoratori a turni che svolgono almeno 6 ore ricomprese nella fascia notturna mezzanotte-cinque per almeno 64 giorni/anno ed i lavoratori che in via ordinaria svolgono sempre almeno tre ore di lavoro nella fascia notturna.
Considerato che la normativa prevede specifica sanzione amministrativa per mancata comunicazione, consigliamo di fare un rapido check per comprender se nella propria azienda vi siano lavoratori che rientrano nelle categorie sopra elencate.
L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.