Aziende attrattive per le nuove generazioni

NEWS - Giovedì 29 Agosto 2024

pic

“Per ogni cosa che valga la pena di avere nella vita, vale la pena che si lavori per ottenerla”. (Andrew Carnegie)

Il mercato del lavoro si sta evolvendo molto velocemente; la pandemia ha accelerato il cambiamento e il divario tra “vecchie” e “nuove” generazioni è diventato tangibile e spesso problematico.

Fino a non molti anni fa l’inserimento di giovani lavoratori in azienda era basato sulla capacità di affiancamento con personale esperto, in grado di trasmettere le proprie conoscenze ed il know how aziendale; informazioni sostanziali per entrare nel mondo del lavoro e crearsi una propria specificità.

Ora si assiste ad un fenomeno crescente di richieste e pretese, già in fase di colloquio pre-assuntivo, che per tanti versi ha radicalmente cambiato il processo di entrata in azienda.

Non è, cioè, più sufficiente il nome ed il prestigio dell’azienda, la solidità dimostrata negli anni, la presenza di persone esperte. Non è nemmeno più l’azienda che seleziona i candidati in base agli studi ed alle esperienze precedenti, siamo in una fase dove sono i candidati a scegliere.

I ragazzi della generazione Z, complice anche un tamtam mediatico generato dai canali social, ora si presentano in azienda con richieste specifiche, mettendo al centro se stessi e le proprie esigenze rispetto a quanto le aziende possono garantire.

Si constata quindi che argomenti come la possibilità di avere lo smart working (o lavoro agile), flessibilità per garantire un equilibrio vita-lavoro, benefits aziendali aggiuntivi (palestre, pasti mensa, babysitting, …), piani di carriera, diventano il fulcro della trattativa per accettare o meno il posto di lavoro.

Ci sono anche fenomeni quantomeno “curiosi”, dove ragazzi alla prima esperienza lavorativa, trattano la RAL chiedendo fin da subito importi superiori a quelli previsti dai CCNL (a discapito di lavoratori con esperienza), o rifiutino contratti di apprendistato o a termine per principio preso.

Quello che è certo, è che le aziende devono diventare attrattive e devono ingegnarsi per poter assumere chiunque a qualsiasi livello, non solo quindi per attrarre talenti.

Il mercato del lavoro corre: i social e l’intelligenza artificiale sono il presente, lavorare per obiettivi e non più a tempo è una richiesta costante, rendere il luogo e l’orario di lavoro fluidi e secondari rispetto alla prestazione diventa necessario per trovare nuove risorse.

Non si tratta di fattori negativi o positivi, ma è certo che questo nuovo approccio comporta delle conseguenze e tutti, volenti o dolenti, dobbiamo prenderne atto modificando schemi non più validi, sottostando alle novità o, meglio ancora, cavalcandone l’onda.

Conseguenza vistosa è l’obsolescenza normativa in ambito lavorativo, che non è in grado di stare al passo con il mercato; chiaro esempio è la legge che disciplina lo smart working, emanata nel 2017 e già antidiluviana rispetto alla realtà (normativa nata già vecchia, ma diciamolo sottovoce).

L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.


Aggiornamento e formazione continua per valorizzare la conoscenza

STUDIO BOLLER - CONSULENTI DEL LAVORO

STUDIO ECO-SOSTENIBILE