Non è vero che i sogni si formano e vivono mentre noi dormiamo, la nostra vita è condizionata dai sogni, è essa stessa un sogno, la cui materia è fatta di desideri, di speranze, di obiettivi, di fallimenti e di vittorie.
Quando lavoriamo stiamo realizzando un proprio sogno, quello di vedere quotidianamente realizzarsi obiettivi ed impegni che ci si è prefissi.
L’ambiente lavorativo è costituito da sogni, da quelli di chi crea una azienda e da quelli di chi vi lavora dentro, tutti vorremmo che le cose funzionassero, ma esistono delle condizioni che fanno si che i sogni non possano realizzarsi correttamente.
Vi sono due elementi importanti che non vanno mai trascurati: L’abitudine del fare e il dare per scontato.
L’abitudine del fare crea isolamento, i lavoratori che svolgono le proprie mansioni seguendo semplicemente delle prassi ripetute e costanti nel tempo, perdono di motivazione e di interesse.
Dare per scontato è la regina dell’incomprensione, generatrice di tensioni ed attese non soddisfatte, non permette reale comunicazione tra i propri lavoratori.
Vi sono però delle armi che si possono utilizzare per combattere l’abitudine e la scontatezza del lavoro: armi lavorative che sono misurabili, determinabili a priori e valutabili nel tempo.
Si tratta della condivisione di obiettivi, della partecipazione e del coinvolgimento, della motivazione del personale, della creazione di senso di appartenenza, di sviluppo di relazioni fiduciarie, e di meritocrazia.
Esiste una scienza che studia questi fenomeni, si chiama psicologia del lavoro, la cui propensione è quella di tendere all’efficienza tramite il benessere organizzativo, che tradotto negli ambienti di lavoro significa mettere i dipendenti al centro dell’attenzione.
Ma anche senza ricorrere alla scienza, ogni datore di lavoro, nel suo piccolo, può propendere a migliorare il clima lavorativo e, quindi, a migliorare le performance della sua azienda; i lavoratori infatti devono poter percepire nel proprio datore di lavoro un senso di supporto e sostegno.
Un datore di lavoro, che rispetta, apprezza, ricompensa o punisce i propri dipendenti, secondo un condiviso senso di ciò che è giusto e di ciò che non lo è, diventa un vero sostegno motivazionale, che protegge l’ambiente da situazioni stressanti, dando soddisfazione a bisogni anche socio-emotivi.
Piccola o grande che sia l’azienda, iniziamo con il dare chiarezza ai ruoli lavorativi, identificando le aspettative legate al ruolo, gli ambiti di competenza, misurando le caratteristiche e le capacità di ogni elemento che forma la propria squadra, in modo da conciliare le personalità dell’individuo con i ruoli assegnati, permettendo il confronto con gli altri nello svolgimento del lavoro: evitiamo quindi la routine, evitiamo di dare per scontato, evitiamo la cancrena dell’abitudine.
Perché, in fin dei conti, siamo tutti un pò pescatori di sogni.
L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica. Si rimane a disposizione per ogni eventuale ulteriore approfondimento.