Arriva l’autunno, arriva l’aria fredda, stagione di funghi e di polenta, di zucca e di castagne.
Può capitare quindi che i nostri lavoratori, appesantiti dalle ottime scorpacciate di cibo della stagione, arrivino al lavoro in ritardo, un pò assenti, ancora distratti dalle squisitezze alimentari che regnano sui nostri tavoli.
E con la distrazione, si sa, possono arrivare ahimè anche gli errori e le mancanze sul posto di lavoro.
La legge prevede però una specifica procedura disciplinare da seguire, per poter contestare i fatti al lavoratore, necessaria affinchè l’accaduto abbia una reale rilevanza nel rapporto di lavoro.
Si tratta di una procedura molto rigorosa, prevista dall’art.7 dello statuto dei lavoratori, che va seguita scrupolosamente, in quanto eventuali imprecisioni possono rendere nullo il procedimento stesso e le sue conseguenze sul lavoratore.
In caso di contestazione disciplinare ad un lavoratore, è fondamentale la TEMPESTIVITÀ, in quanto, per il principio di buona fede, i fatti vanno contestati subito, o comunque nel brevissimo periodo, per permettere al lavoratore di difendersi puntualmente.
In mancanza della tempestività la successiva sanzione potrebbe venire legittimamente annullata dal giudice; è abbastanza chiaro infatti che il far passare troppi giorni potrebbe rendere impossibile al lavoratore opporre qualsiasi difesa.
Esiste anche un secondo approccio, certamente non giuridico, ma che in molti casi aiuta: parlare, affrontare il lavoratore e cercare un chiarimento, magari davanti ad un sacchetto di caldarroste appena fatte, portate dal Consulente del Lavoro di fiducia.
Talvolta infatti può capitare che l’errore generato dal dipendente sia sintomo di qualcos’altro; parlare, confrontarsi ed affrontare il fatto, può aiutare ad evitare che succeda ancora e contestualmente può mantenere i rapporti positivi ed un ambiente di lavoro sereno e costruttivo.
Anche nel dialogo però è fondamentale la TEMPESTIVITÀ, dilungare troppo i tempi prima dell’incontro faccia a faccia, potrebbe infatti essere sintomo di accettazione: il lavoratore potrebbe sentirsi legittimato a comportarsi ancora così; inoltre rinfacciare un fatto dopo molto tempo, non è mai piacevole, sa più di ripicca che di reale ricerca di un chiarimento.
Comunque, qualsiasi approccio vogliamo utilizzare nell’affrontare un lavoratore che abbia posto in essere un’azione sbagliata, affrontiamo il problema subito, non facciamo trascorrere troppo tempo, non dimentichiamoci cioè le castagne sul fuoco.
L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.