Ieri ero intelligente, quindi volevo cambiare il mondo. Oggi sono saggio, quindi sto cambiando me stesso. (Rumi)
In questi giorni di un freddo febbraio, come tutti gli anni, le aziende sono alle prese con il pagamento dell’autoliquidazione INAIL. Un adempimento obbligatorio per legge fin dal lontano 1965.
Di cosa stiamo parlando ? perché le aziende sono obbligate ? perché conviene pagare l’Inail ?
Tutte le volte che in una azienda esiste un rischio, o più precisamente vi siano persone che lavorano esposte ad un rischio, si deve pagare una assicurazione pubblica che indennizzi i lavoratori in caso di incidente sul lavoro.
Si parla di infortunio quando, in costanza di attività lavorativa avviene un fatto traumatico tale da provocare un danno fisico al lavoratore che temporaneamente o permanentemente gli impedisca il proseguo dell’attività; si tratta però di requisiti necessari e coesistenti per parlare di infortunio, in mancanza anche di uno solo di essi si tratterà di malattia o comunque di evento non imputabile direttamente al lavoro.
L’assicurazione Pubblica garantisce l’intervento dello Stato a sostenere i costi del lavoratore, sia temporaneamente, se l’infortunio non è grave, sia permanentemente se il lavoratore ha subito danni non rimediabili, sia agli eredi quando purtroppo l’infortunio risulti essere mortale.
Questa assicurazione ovviamente non è gratuita, infatti in base allo specifico rischio che incorre una azienda, dall’attività impiegatizia a quella in miniera, risulta obbligata a versare annualmente un premio assicurativo all’INAIL.
Questo premio è parametrato ai singoli rischi presenti in azienda, infatti, il rischio che possa accadere qualcosa a chi lavora in ufficio non è assimilabile al rischio per un minatore o a un autotrasportatore.
Ma non solo, l’INAIL è una assicurazione che copre anche i soci, gli amministratori, i familiari coadiuvanti, i tirocinanti e la maggioranza delle persone che svolgono attività lavorativa, inoltre l’Inail copre anche le malattie professionali, cioè quegli eventi che recano un danno al lavoratore per colpa dell’attività svolta ma privi di una causa violenta (improvvisa.
L’INAIL inoltre copre anche gli infortuni in itinere, cioè copre il percorso per andare da casa al lavoro e viceversa.
Quindi quello che emerge è che il costo che sostiene l’azienda ogni anno a febbraio, rateizzabile eventualmente in quattro rate, garantisce l’intervento dello Stato a sostenere il lavoratore, soprattutto in quelle situazioni gravi o tragiche, con assegni o rendite vitalizie che sollevano l’azienda da costi civilistici astronomici (non da quelli penali se presenti).
Se ci pensiamo quindi, in proporzione ai danni potenziali, si tratta di un costo veramente irrisorio, nessuna polizza privata garantirebbe a parità di costo una simile incombenza.
Attenzione però, l’INAIL interviene sempre in tutte le situazioni, anche quando l’azienda non ha pagato il premio annuale o quando, peggio, l’azienda ha fatto svolgere l’attività ai propri dipendenti senza il rispetto delle norme sulla sicurezza, ma poi l’Ente si rivale sull’azienda, chiedendo il risarcimento delle spese sostenute.
Ieri ero intelligente, quindi volevo cambiare il mondo. Oggi sono saggio, quindi sto cambiando me stesso. (Rumi)
L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.