"La vita ti offre sempre una seconda possibilità. Si chiama domani.” (Dylan Thomas)
Arriva il Decreto Legge Aiuti Quater, contenente tra le altre, una novità che sicuramente farà discutere: Entro fine anno, o più precisamente entro il 12 gennaio 2023 (competenza 2022), la soglia dei fringe benefits viene innalzata a 3.000€.
Ricordiamolo, i fringe benefits, o beni in natura, sono erogazioni di beni o servizi che le aziende concedono ai propri dipendenti (e anche ai propri amministratori), il cui valore è totalmente esente da tasse o contributi ed è deducibile al 100%.
Con il Decreto aiuti bis, la soglia dei fringe benefits per l’anno 2022 era stata alzata da 258€ a 600€, ora con il nuovo innalzamento, la soglia di esenzione fiscale e contributiva arriva a 3.000€.
In via eccezionale, possono rientrare nei 600€ (ora 3.000€) anche i rimborsi in busta paga del costo di bollette elettriche, dell’acqua e del gas naturale, comprese quelle intestate al coniuge o a un familiare del lavoratore.
Vero è che il tempo a disposizione è limitato, trattandosi di una agevolazione temporanea che decade al termine dell’anno; questo però non significa che debbano essere utilizzati entro fine anno.
Ad esempio, i voucher benzina acquistati e necessariamente consegnati al lavoratore entro quest’anno, potranno dallo stesso essere usufruiti in un momento successivo.
Certo, si tratta comunque di un costo aggiuntivo per l’azienda e pertanto rientra nelle scelte datoriali se erogarli o meno; forse sarebbe stato meglio pensare ad una misura di diminuzione del cuneo fiscale, ad esempio detassando totalmente la tredicesima, caricando cioè lo stato del costo reale dell’agevolazione.
I fringe benefits, inoltre, rispetto al welfare aziendale che prevede l’erogazione alla generalità dei dipendenti o a gruppi omogenei, possono essere erogati ad personam, quindi senza una logica specifica.
Attenzione, superata la soglia dei 3.000€ nell’anno, la tassazione e la contribuzione si applicherà sull’intero importo e non solo sulla parte che supera il limite previsto; nel calcolo rientra sicuramente il valore dell’auto data in uso promiscuo al lavoratore, mentre rimangono esclusi i buoni pasto.
Si tratta certamente di una norma frettolosa, poco curante dei reali risvolti anche negativi che porta con sé, fatta più per un lifting di facciata che per una oculata ed approfondita analisi delle esigenze del mercato; interventi di questo genere possono far saltare la programmazione delle politiche aziendali sull’organizzazione e sui budget del costo del lavoro, creando una bolla che semplicemente esploderà nel 2023.
L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.