"Non prendete la vita troppo sul serio, comunque vada non ne uscirete vivi". (R.Oppenheimer)
Non nascondiamoci dietro un dito, spesso le aziende adottano due semplici espedienti per cercare di risparmiare qualcosa, venendo nel contempo incontro ai dipendenti; talvolta sono gli stessi dipendenti a chiederlo/pretenderlo e le aziende a concederlo.
Stiamo innanzitutto parlando del FUORI BUSTA, pessima abitudine tutta italiana, integrare cioè lo stipendio mensile con un compenso in nero, talvolta sostitutivo di ore di lavoro straordinario, altre volte come arrotondamento in base ad accordi presi sullo stipendio netto da raggiungere.
L’altro grave errore spesso adottato è l’utilizzo di INDENNITÀ DI TRASFERTA fasulle, cioè importi su netto che non incidono ne fiscalmente ne sui contributi sia per l’azienda che per il lavoratore, senza che vi sia stato un reale spostamento in esterno del dipendente.
Il motivo per cui si adottano queste due pseudo soluzioni è chiaro, cercare di remunerare il più possibile il lavoro, senza incidere troppo sulle casse dell’azienda, quasi intento nobile; purtroppo però le conseguenze sono nefaste e quasi sempre a solo discapito delle imprese.
Le bugie hanno gambe molto corte, un ispettore non è persona ingenua, facilmente smaschera l’elusione normativa e le conseguenze sono particolarmente gravi !
Però esiste una soluzione ad entrambi i due gravi errori. Si tratta di modificare le abitudini e spostare gli importi da una zona estremamente pericolosa ad una zona di regolarità che non comporti costi aggiuntivi tali da continuare a prediligere il fuori busta o l’indennità di trasferta falsa.
Stiamo parlando del WELFARE FISCALE, di cui tutti oramai sentiamo parlare ma che ancora non ha preso totalmente piede all’interno delle aziende.
In pratica gli importi erroneamente erogati vengono trasformati in beni/servizi a disposizione dei propri dipendenti, senza che vi sia incidenza sui contributi e sulle tasse, anzi, si tratterebbe di importi stanziati totalmente deducibili.
Il welfare fiscale richiede delle caratteristiche specifiche:
- deve essere previsto per iscritto dall’azienda che si vincola per un periodo predeterminato a rispettare il proprio piano di welfare.
- deve ricomprendere la generalità dei dipendenti o categorie omogenee (quindi non può essere dato individualmente);
- I beni/servizi previsti non possono essere convertiti in denaro.
Alla prova dei fatti si tratta di una soluzione estremamente semplice e vantaggiosa sia per ogni lavoratore sia per le aziende, va però cambiata la mentalità, smettere di ragionare in senso di “cash” e spostare il concetto di remunerazione verso l’ambito di beni e servizi messi a disposizione.
Riuscire a cambiare punto di vista diventa la soluzione vincente !
L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.