"Non si ha mai tanto bisogno di una vacanza quanto nel momento in cui vi si è appena tornati" (Ann Landers)
Finito il tempo della prova costume, inizia il tempo del rientro al lavoro. È raccomandato mantenere un approccio positivo, riprendere i ritmi usufruendo dell’energia accumulata durante le ferie e portare con se il miglior sorriso a disposizione, ma cosa succede se il lavoratore non si ripresenta in azienda?
Sarà forse sindrome da rientro, ma ogni anno un discreto numero di lavoratori non si ripresenta in azienda il primo giorno di lavoro, e nemmeno il secondo o il terzo giorno…; semplicemente scompaiono e non rispondono alle telefonate.
Non entriamo nel merito del perché succede, ma è un dato di fatto, quindi l’azienda come deve comportarsi in questi casi?
La prima mossa è sempre quella di verificare sul portale Inps se per caso il lavoratore non risulti in malattia, si sa infatti che la malattia interrompe il periodo di ferie e magari il dipendente troppo rilassato si dimentica di comunicare all’azienda che la salute sta facendo scherzi.
Attenzione però, in caso di insorgenza della malattia il dipendente è legittimato a non rientrare, ma non tutte le malattie interrompono le ferie, infatti deve trattarsi di una patologia incompatibile con il necessario riposo (ad esempio elevati stati febbrili o ricoveri ospedalieri).
In mancanza di idoneo certificato medico (attenzione che anche la malattia del bambino interrompe le ferie del genitore), si deve necessariamente supporre che il lavoratore stia fruendo di un periodo ulteriore di ferie non autorizzate.
Lo Studio Boller però è rientrato dalle ferie ed è pienamente operativo, quindi procederemo alla tempestiva stesura della lettera di contestazione disciplinare; si tratta di atto dovuto, che ufficializza l’assenza ingiustificata e da contemporaneamente possibilità al lavoratore di giustificarsi.
La lettera di contestazione deve essere inviata senza che passino troppi giorni dal mancato rientro e nel frattempo si verifica cosa prevede in merito il contratto collettivo applicato.
Passano i giorni, il lavoratore non risponde e non torna al lavoro; decorso quindi il tempo a sua disposizione per rispondere, si dovrà passare alla lettera di sanzione disciplinare da inviare tramite raccomandata A.R. ed al “licenziamento disciplinare per assenza ingiustificata”.
In taluni casi si può anche valutare di addebitare al lavoratore assente una penale (se prevista dal regolamento aziendale) e/o il risarcimento del danno subito (in primis il ticket di licenziamento Naspi che l’azienda deve versare ogni volta che licenzia un dipendente).
E se il lavoratore ha perso l’aereo per rientrare ? Beato lui che si trovava in un qualche paese esotico, ma la perdita dell’aereo non è giusto motivo per ritardare il rientro.
L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.