Straordinari buoni, straordinari tossici

NEWS - Lunedì 10 Luglio 2023

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“Usa bene il tempo, se vuoi avere del tempo libero” (Benjamin Franklin)

L’argomento lavoro straordinario è sempre scivoloso, tendenzialmente perché viene sempre dato per scontato, si lavora oltre al dovuto ed in cambio si ha una maggiore remunerazione.

Ogni contratto collettivo prevede percentuali remunerative diverse a seconda di come si collocano le ore di lavoro straordinario nell’arco della giornata (diurno, notturno, festivo…) e/o della quantità svolta (fino a due ore, oltre le due ore al giorno, oltre le 40 settimanali…).

Il punto cardine però è la definizione stessa di straordinario, cioè qualcosa di non ordinario, che stà fuori dalla normalità; la norma traduce la straordinarietà in un evento che deve essere contenuto nel tempo, massimo 250 ore all’anno salvo che i ccnl disciplinino in maniera diversa.

Ecco che quindi nascono i primi dolori. Quando possiamo parlar di lavoro straordinario buono?

Sicuramente la casualità ed occasionalità di svolgere alcune ore in aggiunta a quelle ordinarie permette al lavoratore di avere uno stipendio più alto e permette di gestire picchi di lavoro non previsto (si pensi al cliente che entra al momento della chiusura del negozio ed il bravo commesso si ferma dando comunque tutta la disponibilità).

Straordinario buono è quello svolto in via accidentale e saltuaria che permette di risolvere un problema momentaneo, che non influenza l’ordinario bilanciamento lavoro e vita privata, che evita danni all’azienda (pensate quanto brutto è sentirsi dire dal commesso scorbutico che “il negozio chiude, o comprate subito o uscite”).

Viceversa, purtroppo, si assiste molto spesso alla presenza di lavoro straordinario tossico.

È definibile tossico lo straordinario svolto in maniera fisiologica, senza reale pianificazione del lavoro, un monte ore costante ed esagerato che stressa e stanca le persone, che comprime il loro diritto ad avere una vita sociale.

Lo straordinario tossico dimostra una disorganizzazione aziendale, una incapacità di gestire correttamente il tempo lavoro portando a componenti di costo spesso inutile; Il lavoratore stanco e stressato non lavora meglio, anzi, la qualità della sua opera tende a diminuire, a fronte di una quantità di ore ingiustificata.

Principalmente la presenza dello straordinario tossico è colpa dell’azienda, ma non nascondiamoci dietro un dito, vi sono anche lavoratori che ne approfittano, aziende e lavoratori che invero non hanno capito il reale significato di svolgere lavoro straordinario.

Come comportarsi allora? Analizzando sempre attentamente i motivi per cui una azienda debba ricorrere al lavoro straordinario, pianificando in modo preciso e corretto l’organizzazione e la gestione del tempo, eliminando i tempi morti, il tutto per raggiungere i risultati attesi all’interno dell’ordinaria giornata lavorativa.

L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.


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