“Una dozzina di complimenti falsi si sopporta meglio di un solo rimprovero sincero.” (Mark Twain)
Con la pubblicazione del Decreto-legge del primo maggio (entrato in vigore il giorno della morte di Napoleone Bonaparte) viene prevista la possibilità di elevare il valore dei fringe benefit erogati, fino alla soglia di 3.000 euro, senza che gli stessi concorrano a formare il reddito del lavoratore.
Si tratta di una novità mirata specificatamente a quei lavoratori, e solo a loro, che hanno figli a carico, compresi figli nati fuori del matrimonio riconosciuti e figli adottivi o affidati, che lo dichiarano espressamente all’azienda.
Rientrano nella definizione di “figli a carico” coloro che non percepiscono alcun reddito o che comunque tale reddito rimanga sotto la soglia di 2.840,51€ al lordo degli oneri deducibili; se di età non superiore a 24 anni la soglia è elevata a 4.000€.
Le aziende normalmente hanno la facoltà di erogare liberamente a singoli lavoratori, beni o servizi fino ad €258 annui, che danno diritto all’esenzione fiscale e contributiva per il lavoratore; superato però tale limite, l’intero importo dovrà essere tassato e contribuito.
Orbene per il solo anno 2023 e per i soli lavoratori con figli a carico, tale soglia di esenzione fiscale totale viene innalzata fino a 3.000€.
Non solo, sulla falsa linea di quanto già previsto l’anno scorso, rientrano all’interno dei 3.000€ anche le somme erogate o rimborsate al lavoratore dal datore, per il pagamento di utenze domestiche del servizio idrico dell’energia elettrica e del gas naturale.
Quindi non solo beni o servizi, ma anche soldi in busta paga, ma al solo fine di coprire il costo delle bollette e con presentazione di idonea documentazione che dovrà essere conservata in azienda per cinque anni.
Ovviamente i lavoratori con figli a carico che già stanno percependo un fringe benefit superiore a 258€ ma dentro la soglia dei 3.000€, ad esempio quelli con auto aziendale ad uso promiscuo, avranno diritto al recupero contributivo e fiscale di quanto già nei precedenti mesi trattenuto.
È bene comunque ribadire che i fringe benefit non sono un diritto per i lavoratori, ma rientrano nelle disposizioni del datore che li può concedere ad alcuni a tutti od a nessuno.
C’è da dire infine che sarebbe consigliabile, nel limite del possibile, attendere la definitiva conversione in legge del decreto (entro 60 giorni dalla sua pubblicazione), al fine di evitare spiacevoli sorprese, memori del bonus benzina di inizio anno, il rischio che anche questo bonus sia esente da imposte ma non dà contributi c’è.
L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.