Non importa quanto brillante sia la tua mente o la tua strategia, se stai giocando da solo, perderai sempre contro una squadra. (Reid Hoffman)
La parola più in voga nel mondo del lavoro degli ultimi cinque anni: benessere.
Non esiste una sola definizione di benessere, anzi, ogni luogo di lavoro ha la sua di definizione e questo è un vero bene prezioso che ogni azienda coltiva o dovrebbe coltivare insieme ai propri collaboratori.
Sarebbe facile dire che benessere è vestire di blue, tutte le aziende doterebbero i propri lavoratori di vestiti blue e improvvisamente la magia verrebbe raggiunta, tutti felici e la produttività volerebbe; ma non è così, non esiste una formula magica.
Purtroppo però il messaggio, di puro business, che è passato televisivamente è che il benessere dei lavoratori è dato unicamente da beni o servizi concessi dal datore, esenti da tasse e contributi; l’azienda investe dei soldi a favore della generalità dei lavoratori, senza costi aggiuntivi.
Sicuramente è un bel segnale, ma non dimentichiamoci mai che questo non è benessere, non nel senso più completo del termine; innanzitutto non è un “dovuto”, le aziende non hanno alcun obbligo di mettere a disposizione beni o servizi aggiuntivi.
Voler far star bene i propri collaboratori per ottenere un ambiente lavorativo migliore e quindi una produttività maggiore, richiede tempo, attenzione, impegno, ascolto, errori e nuovi tentativi.
Sicuramente la cura del benessere aziendale passa per sonore delusioni che possono capitare strada facendo, lavoratori comunque insoddisfatti, scommesse perse, aspettative e mancati risultati; un tempo si sarebbe detto che non tutte le ciambelle riescono con il buco, ma è sempre bene cercare di fare la ciambella comunque.
In ogni azienda, in ogni gruppo di lavoro, vi sono dettagli, componenti apparentemente inutili o trascurabili, che in realtà possono influenzare enormemente la mentalità ed i risultati. Forse i dettagli, per un vero benessere, sono più fondamentali rispetto ad azioni macroscopiche ma momentanee.
Un esempio? Il corretto ricambio d’aria in un ambiente di lavoro, ufficio o magazzino che sia, aria pulita, profumo, freschezza, rendono un ambiente di lavoro migliore senza necessariamente investimenti costosi.
Ma vi sono esempi ancora più pregnanti, un sorriso in un momento di difficoltà, una pacca sulla spalla, una pausa caffè presa tutti insieme, piccoli gesti cioè, niente di speciale ma così speciali….
Comunque, non basta semplicemente la volontà aziendale di far star bene i propri collaboratori, anche loro devono essere parte proattiva, impegnandosi a creare un ambiente lavorativo positivo, cercando di non portare i propri problemi familiari nel posto di lavoro, evitando discussioni inutili ed affrontando i problemi cercando il gioco di squadra.
Tutto vero, il benessere nelle aziende non è dato da una formula matematica, non è nemmeno detto che si riesca mai a raggiungerlo, ma è una chimera necessaria a cui tutti i datori di lavoro intelligenti ed i lavoratori perseveranti devono sempre e comunque propendere insieme.
L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.