“Gli uomini hanno paura che le donne ridano di loro. Le donne hanno paura che gli uomini le uccidano”. (Margaret Atwood)
Venerdì 25 è stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, argomento serio che in un’epoca civilizzata ancora non è stato debellato dal nostro vocabolario.
Parole come bossing, straining, mobbing, stalking oramai sono entrate nella terminologia comune, ma nei luoghi di lavoro non sempre sono così evidenti, ci si arriva sommando tante azioni negative, che si accumulano e intossicano.
È un problema complesso, che richiede costanza quotidiana e continui sforzi da parte di tutti, in primis perché la percezione di una condotta cambia notevolmente tra chi la esegue e chi la subisce, ponendo coordinate interpretative difficili da identificare e combattere.
In questo quadro generale, fondamentali sono anche le politiche aziendali volte a dare le stesse opportunità di carriera, politiche retributive basate sulla reale meritocrazia, livelli di formazione ed informazione adeguati e per tutti.
Tutti noi dobbiamo affrontare e combattere la violenza sulle donne in azienda partendo da azioni concrete, vogliamo quindi proporre alcune Idee molto semplici che qualsiasi azienda può adottare:
1- Tenere sempre in evidenza nella bacheca aziendale il numero 1522
2- Prevedere specifiche azioni disciplinari nel regolamento aziendale
3- Adottare policy di best practices
4- Distribuire memorandum, brochure, informative per sensibilizzare
5- Destinare una parte di welfare alla tutela delle donne (permessi, flessibilità…)
6- Pensare ad un servizio gratuito di counselling e sostegno specialistico
7- Creare workshop e riunioni periodiche con psicologi ed operatori per formare ed informare
Abbiamo pensato di creare un QR-CODE, che consigliamo di esporre in azienda e divulgare a tutte le dipendenti, contenente un VADEMECUM per la tutela dei diritti delle donne contro ogni forma di violenza.
In azienda si devono sempre tenere le antenne alzate e attenzione massima, intervenendo alla radice fin da subito, eliminando brutte abitudini e gesti apparentemente insignificanti ma che possono sfociare nel tempo a situazioni di disagio, malesseri ed infine a vere e proprie discriminazioni se non violenze verbali o purtroppo anche fisiche.
Repressione delle bad practices quindi, ma anche strategie di prevenzione e monitoraggio, e soprattutto attività di educazione, orientamento, formazione ed iniziative volte a sensibilizzare e a far comprendere.
L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.