Il patto di riservatezza col dipendente

NEWS - Lunedì 29 Maggio 2023

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“Il silenzio non fa domande, ma può darci una risposta a tutto." (Ernst Ferstl)

Ha tanti nomi, patto di riservatezza, accordo di riservatezza, di non divulgazione, di confidenzialità, di segretezza, non disclosure agreement NDA per chi ama gli inglesismi.

Qualsiasi nome gli si voglia dare, si tratta di un patto dove si chiede al lavoratore di non divulgare a terzi le informazioni che hanno un valore specifico per l’azienda; informazioni non di dominio pubblico o non conosciute già a priori dal lavoratore.

Quali informazioni? Ogni azienda ha le sue, non esiste un elenco definito, ma ci si riferisce ovviamente ad informazioni di tipo riservato e confidenziale: si può andare dalle strategie di marketing, ai numeri di cellulare dei clienti, ai nominativi dei fornitori internazionali, alle analisi di mercato, a tecniche di produzione specifiche, all’organizzazione del lavoro, al know how tecnologico…

Si tratta insomma di informazioni che per l’azienda potenzialmente possono cagionare un danno se divulgate e pertanto meritano di essere protette e mantenute riservate; il lavoratore che per la sua mansione/ruolo ne viene a conoscenza deve essere conscio che le deve conservare gelosamente.

Ma non è sufficiente l’obbligo di fedeltà del lavoratore 2105 c.c.? Il codice civile ci da una regola generale a cui ogni dipendente è obbligato a rispettare “non deve divulgare notizie attinenti all’organizzazione ed ai modi di produzione dell’impresa o farne uso in moda da poter recare ad essa pregiudizio”.

C’è anche e soprattutto il codice della proprietà industriale che viene in aiuto alle aziende, che prevede una tutela per le informazioni aziendali e le esperienze tecnico industriali, comprese quelle commerciali.

Però predisporre un accordo di riservatezza permette di meglio approfondire e specificare quali siano le informazioni che può ricevere il lavoratore ma che deve necessariamente proteggere con la diligenza del buon padre di famiglia evitandone la divulgazione.

In pratica, vi è un obbligo generico per tutti i lavoratori, poi ogni azienda può disegnare su misura cosa vuole tutelare e soprattutto come, facendo patti di riservatezza taylor made.

Come Studio consigliamo sempre di fare accordi di riservatezza a latere dei contratti di lavoro, soprattutto per quelle figure che rivestono ruoli particolarmente delicati all’interno dell’azienda.

E se il dipendente non rispetta il patto? Sicuramente in prima battuta scatta la procedura disciplinare, può però essere prevista anche la richiesta di risarcimento del danno (da provare) ma, grazie al patto, può essere ulteriormente prevista una penale atecnica compensativa.

Ah, è bene sapere che i patti di riservatezza godono dell’ultrattività, cioè rimangono in essere ed hanno valore anche dopo la cessazione del contratto di lavoro, per tutto il tempo che l’azienda ritiene necessario tutelare le proprie informazioni.

L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.


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