“Quando si appartiene a una minoranza, bisogna essere migliori per avere il diritto di essere uguali”.(Christiane Collange)
Nell’ambito delle politiche europee, ma non solo, uno degli argomenti più in voga negli ultimi anni è legato all’impegno su tutti i fronti per combattere le disuguaglianze di genere.
Raggiungere la parità e l’uguaglianza di genere è fondamentale anche nel mondo delle aziende e del lavoro, quale elemento primario per la crescita sostenibile, al fine di arricchire tutti e beneficiare di un sistema ed una cultura aziendale inclusiva.
Ovviamente molti sono ancora i passi da fare per poter colmare il divario esistente.
Attenzione però, parità di genere non significa la presenza del 50% di uomini e 50% di donne al lavoro, ma vuol dire che tutti devono essere messi a pari livello e pari condizioni (anche economiche) per partecipare così ad una equa competizione giornaliera.
Allora anche noi vogliamo dare il nostro piccolo contributo, suggerendo alcune best practices che possano essere di aiuto in qualsiasi realtà lavorativa.
Adottare un regolamento etico, dove si sottolineano principi fondamentali di parità per tutti, richiede poi di concretizzare ed applicare quanto affermato anche nella realtà aziendale, ad esempio trasferendo tali principi nel regolamento aziendale (scherzosamente il braccio armato del regolamento etico).
Valutare di inserire nei piani formativi aziendali anche eventi e momenti di confronto per diffondere la cultura del rispetto e dell’inclusione reciproca.
Adottare piani di welfare e di work-life balance che permettano da una parte agli uomini di poter svolgere compiti familiari e dall’altra permettere alle donne di avere una migliore conciliazione vita-lavoro.
Cambiare mentalità, smettere di vedere la gravidanza come un ostacolo e un costo aziendale, creando invece sistemi per non escludere le lavoratrici durante la gravidanza, permettendo loro di tenersi aggiornate, di sentirsi comunque parte del gruppo anche stando a casa.
Adottare soluzioni personalizzate, mai standard, di flessibilità d’orario, smart working e sistemi organizzativi ad hoc, così da disegnare il lavoro intorno alle singole esigenze.
Combattere qualsiasi forma di machismo, tolleranza zero verso apprezzamenti o battute a sfondo sessuale, garantire parità di possibilità di carriera e parità retributiva a parità di mansioni e ruoli.
Tutto questo non significa lavorare peggio o meno, ma significa rendere il lavoro concretamente paritario, con lo specifico scopo di aumentare la competitività dell’azienda sul mercato, sfruttando tutte le potenzialità interne.
Infatti, è dimostrato che le aziende più inclusive sono anche quelle più performanti, ma per raggiungere gli obiettivi bisogna rompere costantemente gli stereotipi di genere.
Il grande salto di qualità verso la gender equality passa attraverso tanti piccoli gesti che, sommati insieme, creano un percorso virtuoso che un giorno potrà anche essere tradotto con una certificazione ISO sulla diversity.
L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.