“L’Italia è una Repubblica fondata sullo stage”. (Beppe Severgnini)
È finito l’anno scolastico, le scuole si chiudono e l’opportunità di fare brevi lavoretti estivi si apre.
Siamo fin da subito chiari, il tirocinio non è un rapporto di lavoro; pertanto, i ragazzi che vengono in azienda a chiedere di poter svolgere un tirocinio durante l’estate, devono comprendere bene che non sarà fonte di reddito.
Viene infatti previsto un rimborso, un contributo alle spese che sostiene, tra i 300€ ed i 600€, ma non uno stipendio vero e proprio commisurato alle ore di lavoro.
Questo rimborso dovrà transitare attraverso un cedolino paga ed il pagamento avverrà secondo metodi tracciabili (bonifico, assegno circolare,…).
Perché un importo così esiguo?
Perché non è un rapporto di lavoro ma una opportunità di fare esperienza reale all’interno del mondo del lavoro, per acquisire un bagaglio esperienziale e per orientarsi nelle scelte del futuro.
Avere un tirocinante in azienda è un costo, dato dal tempo che si dedica a seguirlo ed istruirlo, ma è anche un investimento perché si preparano i giovani al loro futuro, a prescindere che finite le scuole verranno a lavorare da voi o meno.
Alcuni giovani affermano che si tratti di una forma di sfruttamento, NO! Anzi, NO categorico! Non hanno alcuna esperienza, è normale quindi che vengano adibiti a semplici lavori, manuali, ripetitivi, poco divertenti.
L’apprendimento richiede lo sporcarsi le mani, l’annoiarsi, la ripetizione dei gesti fino a quando diventano automatici, non è sfruttamento ma insegnamento; quello che deve sempre esserci è la presenza di un tutor, di un vero mentore.
I tirocini estivi possono essere svolti da studenti regolarmente iscritti a un corso di laurea o post-laurea, o a un ciclo di studi di istruzione secondaria di secondo grado o di formazione professionale.
Vengono promossi tramite i Centri per l’Impiego, o tramite la propria scuola/università o con organismi di formazione professionale accreditati.
Hanno durata breve, proprio perché devono coprire il solo periodo estivo, pertanto, sono attivabili per un massimo di tre mesi, tra giugno e settembre.
Se il ragazzo è minorenne, l’azienda prima di attivare il tirocinio estivo, dovrà assicurarsi di essere a norma con la sicurezza del lavoro e di avere il DVR aggiornato nello specifico.
Non solo, i dipendenti che in via continuativa seguiranno il minorenne dovranno richiedere il casellario giudiziale per reati di pedofilia, oltre a tutta una serie di ulteriori accorgimenti per i quali rimandiamo alla lettura della nostra NEWS del 29.04.2024-
L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.