“Non paragonare mai lo stipendio al talento" (Marlon Brando)
La retribuzione, sostantivo femminile, è la contropartita alla prestazione di lavoro, tu lavori e io ti pago di scolastica memoria; ma i tempi sono cambiati per tutti, anche per la retribuzione.
Inizialmente c’era lo scambio diretto tra lavoro e retribuzione, poi lo stato introdusse il concetto costituzionale di “sociale”, quindi eventi come le ferie, la malattia, la maternità, divennero parte integrante della retribuzione a prescindere dalla prestazione lavorativa.
Ma nel 2024 i tempi sono cambiati ancora e allora ci chiediamo in quale direzione sta andando la retribuzione?
Un lavoratore è soddisfatto quando la sua retribuzione è soddisfacente e per esserlo vi devono rientrare dei fattori non solo meramente economico-retributivi. Cosa significa questo?
Proviamo a dare una prima lettura elencando le reali componenti di una retribuzione:
- Retribuzione fissa (quella prevista dal CCNL)
- Retribuzione ad personam (superminimo, indennità mansione e simili)
- Retribuzione variabile (premi aziendali, individuali e MBO)
- Welfare aziendale e flexible benefit (previsti per la generalità dei lavoratori)
- Fringe benefits (previsti individualmente)
- Politiche di carriera e percorsi di formazione interna/esterna
Poi ci sono dei fattori, non direttamente quantificabili economicamente, ma che vanno a pieno titolo a comporre la retribuzione. Si tratta di “fattori” aggiuntivi, quali: L’ambiente di lavoro, il work life balance, lo smart working, la carta della genitorialità/famiglia.
La somma di tutti questi elementi, nel giusto equilibrio, rappresenta la retribuzione soddisfacente per un lavoratore soddisfatto nel 2024.
Non si parla più di vil denaro insomma, ma di una miriade di componenti che nella loro complessità e nel loro complesso rappresentano la retribuzione che un lavoratore si aspetta in compensazione al suo lavoro.
Cosa significa quanto sopra, se pur espresso in maniera semplicistica per motivi di spazio.
Prima di tutto dobbiamo renderci conto che ogni azienda, a prescindere dalle dimissioni e dal settore, ha dei valori aggiunti che integrano la retribuzione, benefici non economici di cui godono i propri dipendenti.
Spesso però queste componenti non vengono correttamente “pubblicizzate”, i lavoratori già in forza le danno per scontate, ci sono e punto; invece, i lavoratori che potrebbero essere assunti non vengono messi al corrente di cosa avranno oltre allo stipendio da contratto.
Portare avanti costanti politiche di conoscenza e sensibilizzazione di tutti gli elementi aggiuntivi, è il miglior modo per diminuire il turn over e attrarre nuovi talenti.
L’argomento è stato qui trattato volutamente in modo sintetico e semplificato ad uso esclusivo dei clienti dello studio, di conseguenza, non costituisce un parere giuridico né può in alcun modo considerarsi come sostitutivo di una consulenza specifica.